Quest’anno, oltre alle regate sul mini, mi sono dedicata anche a rotte più lunghe, affrontando l’oceano Atlantico da Guadalupa, Caraibi fino a Horta, Azzorre (Portogallo), dal 9 al 25 maggio 2022. E’ stata un’esperienza indimenticabile a bordo del Galant 50 Huck Finn III sotto il comando di Niccolò Malingri, un’avventura in cui ho approfondito le mie conoscenze di meteorologia potendo studiare i fenomeni dal vivo, ho studiato la gestione della vita in oceano e ho assistito a stellate, tramonti ed albe mozzafiato.
I primi 7 giorni dopo la partenza da Guadalupe abbiamo proceduto di bolina con la barca costantemente inclinata, un vento compreso tra i 15 e i 20 nodi e un’onda lunga che ha raggiunto massimo i 4 metri. Questi primi giorni sono stati abbastanza duri, soprattutto per il caldo dei tropici che non ci abbandonava e lo stomaco che ci ha messo circa 3 giorni per abituarsi al rollio della barca. Una volta raggiunta la latitudine di new York abbiamo attaccato il vento che proveniva da nord ovest e che ci avrebbe accompagnato fino alle Azzorre. Era una costante lotta contro l’alta pressione delle Azzorre che si muoveva in continuazione a nostro sfavore, e le basse pressioni tanto sperate che non arrivavano mai. A circa 2 giorni dall’arrivo siamo entrati in una bonaccia per circa 24 ore: il mare era piatto come l’olio e le nuvole plumbee non lasciavano intravedere neanche l’orizzonte. L’animo dell’equipaggio iniziava ad affievolirsi, la voglia di toccare terra cresceva sempre di più, forse solo per poter ingerire qualcosa che non fosse riso o lenticchie. Dopo un’attesa logorante abbiamo riattaccato il vento che ci avrebbe spinto fino a Horta.
Mi sono follemente innamorata della vita in mare: il godersi ogni singola piccola cosa che noi sulla terra consideriamo banale o dovuta, ma che in mare sembra un privilegio, come farsi la doccia o mangiare qualcosa di fresco, il sentire il vento sulla faccia che mi da una carica di adrenalina, l’inseguire continuamente gli orizzonti che cambiano colore, l’interfacciarsi veramente con i dubbi e le insicurezze, lo scomparire dal mondo perché non si ha il telefono, l’allenare la mente a rimanere calma nei momenti difficili, il suonare l’ukulele e cantare mentre sopra di te si sta innalzando un muro di stelle infinito, il vedere animali che nel nulla più assoluto diventano i tuoi migliori amici. Insomma mi ha rapito così tanto che quando sono tornata a casa non trovavo più il mio posto e mi sentivo completamente persa